Neil Beloufa, artista visivo e filmaker francese di origine algerina, lavora fra scultura e film. Ha studiato all'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts e l'École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs a Parigi, il California Institute of the Arts di Valencia, la Cooper Union di New York e Le Fresnoy–Studio National des Arts Contemporain di Tourcoing, in Francia. Le sue opere trovano spazio in gallerie, centri d'arte e musei - con mostre personali presso ICA a Londra (2014), Kunstraum Innsbruck (2012), Kunsthaus Glarus, (2012), Palais de Tokyo, Parigi (2012), New Museum, New York (2011) - quanto in festival e rassegne cinematografiche, fra cui il Toronto International Film Festival (2011), l'International Film Festival di Rotterdam (2009, 2012), e Kurzfilmtage di Oberhausen, dove ha vinto il gran premio sia nella 54a sia nella 57a edizione. Con Kempinski, Beloufa ha vinto tre premi internazionali come migliore cortometraggio. Nel 2013 affronta il primo lungometraggio, Tonight and the People, girato in una Los Angeles immaginaria. Elementi tipici della ricerca di Beloufa sono lo slittamento fra fiction e realtà fondato sulla fantasia, i personaggi sospesi in una condizione fra essere impersonati e impersonare, l'analisi sociologica che scivola nella finzione ma assume toni iper-reali, l'oscillazione fra dilettantismo e professionismo, i toni fra fantascienza e paranoie dietrologiche.
Kempinski di Neil Beloufa è un racconto contemporaneo dove esseri umani, animali e cose sono una stessa e identica cosa. Come un gruppo di apostoli, alcuni attori non professionisti se ne stanno sotto le luci al neon nella notte di una periferia di Bamako, capitale del Mali, ed espongono le proprie idee su come sarà il futuro. Usano la forma verbale al presente e si rivolgono direttamente alla videocamera. Un giovane uomo sostiene di vivere assieme a centinaia di buoi, unico essere umano, mentre la luce al neon che tiene in mano illumina le teste cremisi degli animali che lo circondano. Un altro racconta di creature fantastiche, macchine parlanti, case mobili che vagano per i continenti e di colline che si spostano da un continente all'altro. Un altro ancora critica la civiltà e immagina una vita senza automobili e telefoni. Si parla anche di telepatia e velocità della luce, in un clima sospeso tra fantascienza e misticismo. Cicalii simili a trasmissioni extraterrestri escono dagli speakers di uno stadio abbandonato, come predisposti per una platea aliena. O è forse l'osservatore occidentale l'alieno, in questo contesto? Nessuno dei personaggi coinvolti da Beloufa crede più all'assunto postmoderno che "tutto è possibile". Eppure, la loro idea di futuro si trova ancora sotto l'influenza di questo assunto.
domenica 13 aprile > h 16.00 Film Marathon > MAMbo