Gaëlle Boucand è un’artista francese interdisciplinare che lavora principalmente con film documentari, presentati a diversi festival e spazi artistici a partire dal 2010. Dopo la laurea in Belle Arti a Parigi, si trasferisce a Berlino dove sviluppa un lavoro di stampo multimediale e partecipa a diversi progetti legati alla vita berlinese: arm&sexy, party nomade a cadenza mensile che raduna due anime opposte ed emblematiche della cultura berlinese, Spre-chkontakt mit Müggelturm, progetto collegato a due torri storiche situate nella periferia della città, e Ins Blickfeld gerückt, progetto curatoriale incentrato sulla collezione degli archivi di centinaia di artisti. Nel 2010 porta a termine il suo primo lungometraggio, Gone to Croatan, documentario dedicato al mondo della musica elettronica underground a Berlino. Il suo secondo documentario JJA, che ha debuttato nel 2012 al International Film Festival di Marsiglia con menzione speciale FID 2012 e ha vinto altri tre premi al festival Côté Court, Prix Arte Creative e festival Hors Pistes/Centre Georges Pompidou, è stato presentato in cinema, musei e festival. I suoi lavori visivi sono stati presentati in contesti internazionali tra cui a Parigi il Musée d’Art Moderne, il Palais de Tokyo, e la Kadist Foundation, e a Berlino al Bethanien e xavielaboulbenne. Attualmente Gaëlle Boucand sta scrivendo il suo primo film di fiction.
JJA esplora il tema del senso di appartenenza e osserva le relazioni, esistenti o potenziali, fra le persone, le istituzioni e i territori. Il film di Gaëlle Boucand è l'inusuale ritratto, enigmatico e paradossale, di un uomo d'affari, tra potere e denaro, fuggito e auto-recluso in Svizzera. JJA sono delle iniziali. Ecco il ritratto di queste iniziali: JJA in giardino, JJA sulla sdraio in balcone, nel suo ufficio, nel bagno, insomma JJA e la sua solitudine. Un uomo di 85 anni, ritirato nella sua lussuosa proprietà, racconta la storia del suo successo economico e le ragioni del suo esilio. Il racconto è dominato dalla successione di conflitti con persone a lui più o meno vicine e si sviluppa, giorno per giorno, nei diversi angoli della sua residenza svizzera. Procedendo per inquadrature fisse, dall'insoluto soliloquio ad alta voce emergono ossessioni numerologiche e il rapporto col denaro, incastonati tra opere d'arte e mobilia, nella diffrazione caleidoscopica di un corpo e una voce quasi disgiunti. JJA mostra un'altra forma di potere - quella verbale - di un uomo che si rassicura col proprio discorso.
venerdì 11 aprile > h 19.00 > Cinema Lumière
domenica 13 aprile > h 16.00 Film Marathon > MAMbo